
lunghezza 12,6 km 4_800_E
Esistono svariati sentieri che da Lozzo conducono a Pian dei Buoi, ma alcuni fra questi sono da considerare dei “gran classici”; non è semplice trasmettere questa sensazione ma è un po’ come il circuito del Mugello per la Motogp oppure la Streif per la discesa libera. L’itinerario che oggi si consiglia permette di percorrere due fra questi sentieri, il n. 63 per salire e il n. 67 per scendere. Si parte da sopra il paese, all’incrocio tra la strada del Genio che porta a Pian dei Buoi e la strada che porta in Val Longiarin, la presenza di numerosi spiazzi consente di parcheggiare comodamente la macchina. La prima parte del cammino verso Val Longiarin si svolge su una strada larga, a tratti asfaltata ed a tratti sterrata, costeggiata dal Rio Rin (il torrente che alimenta i mulini), il cui dolce fluire permette di inoltrarsi lentamente nel bosco cullati dal suo scroscio. Dopo appena un centinaio di metri di cammino si deve attraversare un ponte nel punto in cui il Rio Rin si unisce con un altro torrente, il Rodolesco. Proseguendo lungo la strada ci sarebbe la possibilità, facendo una piccola deviazione di circa dieci minuti, di ammirare la cascata del Rodolesco – anzi, è consigliabile organizzare un’apposita gita per vederla dal momento che la nostra escursione è ancora molto lunga e la fretta non permetterebbe di ammirarla come merita . Proseguendo lungo la strada asfaltata si trova sulla destra il segnavia n°63, ma si consiglia di imboccare l’anello più avanti (vedi cartina); la strada si trasforma a poco a poco in sentiero ed ecco che inizia la salita vera e propria, la pendenza, che rimarrà più o meno costante, permette immediatamente di capire che questa escursione impegnerà parecchio le nostre gambe. Camminando tra corsi d’acqua, grotte e qualche “barànčo” si giunge infine all’agognata meta: la strada sterrata di Pian dei Buoi dove si può considerare terminata la grande fatica. Da questo punto in avanti si può rilassare le membra e dedicarsi esclusivamente alle emozioni che si provano ammirando il panorama mozzafiato di cui si gode da uno tra i più begli altopiani dolomitici e all’esaltazione dei sensi tra i mille colori e profumi che mutano in ogni stagione. Giunti a questo punto, se le forze non sono ancora esaurite, allungando l’escursione c’è la possibilità di raggiungere i due rifugi Ciareido e Bajon, magari per rifocillarsi dopo la scarpinata, gustare un pranzo in compagnia e imboccare la discesa sazi delle ottime zuppe di Dino o del formidabile goulash di Enzo. Proseguendo lungo la strada del Genio in direzione Lozzo si raggiunge la caserma di Soracrepa e poco più avanti si imbocca sulla destra il Gran classico per eccellenza, il sentiero n°67 che in pochi km di ripida discesa vi porterà nel luogo dove avete lasciato l’automobile.
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