Vista da Pian dei Buoi

Pian dei Buoi

Chiesetta della Madonna di Ciareido
Chiesetta della Madonna di Ciareido
Vista da Pian dei Buoi
Vista da Pian dei Buoi
forti di Pian dei Buoi
forti di Pian dei Buoi
Pian dei Buoi
Pian dei Buoi

Pian dei Buoi è un altopiano dolomitico a circa 1800 m slm che si estende sopra il paese di Lozzo ai piedi delle Marmarole orientali. L’altopiano è raggiungibile a piedi da diversi paesi sia d’estate che d’inverno (è preferibile informarsi prima dell’escursione con un esperto) oppure in macchina (non d’inverno) solo da Lozzo  tramite la c.d. strada del Genio, 24 tornanti costruiti nel 1913 dal Genio Militare italiano in occasione della Prima Guerra Mondiale.
La caratteristica che rende Pian dei Buoi uno tra i più belli altopiani  dolomitici è il vasto panorama. Numerosi punti di osservazione consentono all’osservatore di emozionarsi ammirando le cime che coronano Pian dei Buoi da tutti i suoi punti e che sono fra le più suggestive delle Dolomiti.
Per approfondire questo argomento vi consiglio di leggere la pubblicazione di Danilo De Martin “panorami dall’altopiano di Pian dei Buoi” che troverete a questo link http://www.danil.com/blog/panorami-dallaltopiano-di-pian-dei-buoi-sfoglia-il-libro/.
Un’altra caratteristica che rende questo luogo una meraviglia unica nel suo genere sono i forti di Col Vidal costruiti dal Genio Militare in vista della Prima Guerra Mondiale ma mai utilizzati, dal momento che sono stati bombardati dagli stessi italiani qualche giorno prima dell’arrivo degli austriaci.
L’altopiano è molto esteso ed offre una vasta gamma di escursioni sia di livello turistico sia di livello esperto come ad esempio la ferrata Amalio da Pra.
I due rifugi che si trovano a Pian dei Buoi sono Rifugio Ciareido (1969) e Rifugio Bajon Elio Boni (1828).
Guardandosi attorno si possono vedere numerose baite costruite dai nostri “vecchi” che servivano come punto d’appoggio per quando faticosamente andavano a fare fieno fin lassù e che oggi vengono tramandate fra le generazioni e custodite gelosamente.
Poi c’è l’aspetto sentimentale che alberga in tutti i paesani che chiamano affettuosamente l’altopiano “monte”, ma questa sarà un’altra storia…

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