Due donzelle sulla Via degli Dei

Di Debora Zandanel e Silvia de Mario

L’abbiamo organizzata così, su due piedi, eravamo così eccitate all’idea di avventurarci che abbiamo fissato la partenza per fine novembre nel periodo più sconsigliato dell’anno. Tutto o quasi sembrava remare contro la nostra partenza, ma nemmeno il maltempo persistente e l’esondazione del Reno sono riusciti a fermarci.
Quattro giorni con una media di 32 km da percorrere, 7 kg sulla schiena ed un traguardo da raggiungere.
Siamo arrivate in Piazza Maggiore a Bologna piene di entusiasmo, in mezzo alla nebbia e poco consapevoli dello stato del percorso che avremmo dovuto affrontare.
Per inaugurare il nostro viaggio abbiamo risalito il lungo porticato di San Luca composto da 666 arcate e 489 scalini, dalla cui cima, sul colle della Guardia, sorge il santuario della Madonna di San Luca, da cui abbiamo potuto godere di una bellissima vista sui colli bolognesi e sulla città.
Cominciamo la discesa in direzione Sasso Marconi.
Dopo qualche chilometro di piacevole camminata arriviamo all’inizio di una fitta steppa sull’argine del Reno, inizialmente non sembrava così insidiosa ma passo dopo passo ci siamo rese conto dei danni che aveva causato l’esondazione della settimana precedente, ricoprendo tutto il terreno di melma ed enormi pozze d’acqua che ci hanno costrette a cercare continuamente vie alternative tra la fitta e spinosa vegetazione.
Dopo essere cadute rovinosamente nel fango, dopo aver ricevuto numerose carezze dalle spine ed aver allagato le scarpe, siamo finalmente giunte ad una strada sterrata, allegata pure quella…
Concludiamo la prima tappa raggiungendo Sasso Marconi molto provate, soprattutto mentalmente ma per fortuna Ciro con la sua “Bettola” ci ha risollevato il morale.

Sveglia presto, vista la stagione le ore a nostra disposizione sono limitate, oggi 33 chilometri direzione Madonna dei Fornelli.
Un’alba bellissima ci dà il buongiorno e cominciamo a camminare piene di entusiasmo su tappeti di foglie gialle. Ci sentiamo libere, felici.

Il grugnito di un cinghiale troppo vicino ci fa aumentare il passo e in un attimo siamo fuori dal bosco, seguiamo la strada per Monzuno e poi gli ultimi dieci chilometri verso Madonna dei Fornelli, purtroppo accompagnati da una leggera pioggia e un forte vento. Nel primo pomeriggio arriviamo a destinazione bramose di una doccia calda e un letto per riposare. I primi dolorini cominciano a farsi sentire ma nulla che una bella dormita non possa sistemare.  Un’accoglienza meravigliosa all’albergo “Da Poli”.

Il giorno seguente ci aspetta la tappa più impegnativa, 39 km fino a San Piero a Sieve.

La sveglia suona alle 6:00 e dopo una buona colazione e due parole sulle condizioni meteo con i cacciatori del posto siamo pronte a partire. Si inizia subito con un discreto dislivello, il sole inizia a riscaldarci, oggi toccheremo il punto più alto di tutta la via degli Dei,1200m. Lungo il tragitto incontriamo numerosi caprioli e l’ambiente circostante per un attimo ci riporta a casa. Tutto procede bene, il tempo è soleggiato nonostante le previsioni non fossero buone e intanto tra discorsi più o meno seri maciniamo chilometri. Nel pomeriggio riceviamo la visita di due cani da caccia che si erano persi, Pepe e Giove. Abbiamo percorso buona parte della tappa in loro compagnia fino a che non abbiamo raggiunto i loro padroni. Hanno sicuramente contribuito ad allegerici la mente. Lasciati i cani un’interminabile discesa ci porta finalmente ad una zona abitata, camminiamo da 9 ore e le gambe chiedono pietà. Intanto comincia a fare buio, davanti a noi ancora 8 km. Ci facciamo coraggio e a braccetto, un po’ barcollanti, andiamo avanti.

Sarà stata la stanchezza ma le risate uscivano una dietro l’altra senza un vero motivo, credo sia stato il momento più duro ma anche uno dei più belli di quest’avventura. Alle 17:30 finalmente arriviamo al b&b “La Piave”, sfinite e ancora una volta piene di fango. I proprietari sono veramente ospitali e il letto ci è sembrato uno dei più comodi della nostra vita. Orgogliose di aver finito la tappa più dura della via, ceniamo e andiamo subito a dormire.

Ci aspetta l’ultima tappa, Firenze.

Ore 7:00. Partite.  La stanchezza inizia a farsi sentire, alle spalle circa 100 km che rendono questi ultimi 30 quasi leggeri, nella mente l’arrivo a piazza della Signoria. Il sole splende, distese di ulivi davanti a noi, il panorama lascia senza fiato. L’aria è rilassata, sappimo che da questo pomeriggio sarà tutto finito, ci prendiamo tutto il tempo per assaporare ogni momento. Lasciamo la zona abitata e ci inoltriamo in un querceto, è piacevole camminare sulle ghiande, ne prendiamo alcune come souvenir. Verso l’ora di pranzo raggiungiamo un altopiano da cui scorgiamo Fiesole e Firenze, riconosciamo la cupola del Brunelleschi. Da qui in poi più volte ci siamo sentite “arrivate” ma si sa, quando desideri tanto una cosa sembra che non arrivi mai.

Il sentiero ci sorprende ancora con una salita interminabile, sarà l’ultima prima della discesa verso Fiesole. Arrivate in piazza seguiamo il consiglio del nostro amico Davide e prendiamo  l’autobus fino a Firenze. Gli ultimi passi e raggiungiamo Piazza della Signoria, una foto con Palazzo Vecchio ed eccoci, veramente stanche ma fiere di noi stesse. Alla fine di questo meravigliosa avventura non tornano a casa le stesse ragazze di quattro giorni prima, piedi doloranti e qualche acciacco a parte, quello che ci portiamo dentro grande. Per noi è stata la prima esperienza questo genere ma sicuramente non sarà l’ultima.

I luoghi, le persone e le sensazioni resteranno con noi per sempre. Concludiamo con una bella fiorentina per premiare le nostre fatiche 😉

vedi anche via degli dei di Davide Borca

3 commenti

    1. Il primo giorno siamo partite tardi, non era possibile fare di più. Noi avevamo a disposizione solo quattro giorni, ognuno lo fa come si sente, non c’è niente da vergognarsi 😉

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    2. Il primo giorno siamo partite tardi, non era possibile fare di più. Noi avevamo a disposizione solo quattro giorni, ognuno lo fa come si sente, non c’è niente da vergognarsi 😉

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